Un esempio lampante di questa abbondanza di informazioni di scarsa qualità è il settore delle energie rinnovabili. Se ne parla tantissimo, si leggono notizie ovunque, in realtà il singolo cittadino ne sa molto poco. Qualche esempio:
- Qual'è l'energia rinnovabile che contribuisce maggiormente alla produzione di energia elettrica? Non è il solare fotovoltaico né l'eolico ma, e di gran lunga, le centrali idroelettriche (16% sul 22,8% complessivo di produzione di elettricità "pulita"). Quanti articoli avete letto in merito?
- Sapete la differenza tra pannelli solari termici e pannelli solari fotovoltaici? Niente di complicato, i primi producono acqua calda, i secondi elettricità. Qualcuno ve lo aveva mai detto?
- Sapreste spiegare in modo semplice come le biomasse, ossia gli scarti vegetali e animali della produzione, possano creare biogas ed energia elettrica? Se sì, siete in pochissimi.
- Sapete che le quasi sconosciute bioenergie contribuiscono alla produzione di elettricità in Italia tanto quanto le famose pale eoliche (ognuna con il 2,7% della produzione totale)? Sono sicuro che pensavate diversamente.
- L'incentivazione verso il fotovoltaico produce un aumento delle bollette? Sono sicuro che l'avete letto spesso, provate invece a valutare quanto dicono qui, anche solo per riflettere.
Sto ultimando una ricerca sulla presenza online delle società che operano nel settore delle energie pulite. Il tutto fatto con Excel e tanto tempo extralavorativo. Volete avere qualche dato? Quella del 2010 la trovate qui. Si preannuncia qualche sorpresa, in un anno cambiano molte cose. Il dato che rimane immutato è che non c'è grande interesse a fare un certo tipo di comunicazione formativa in tema ambientale. In Italia abbiamo bisogno di cultura su questi temi perché abbiamo un patrimonio di sole, vento, acqua e biomasse enorme, tutto da sfruttare. E dobbiamo esserne consapevoli. Qualcuno nei media tradizionali ci prova pure (vedi qui, 24 visualizzazioni), con risultati non troppo esaltanti. Come disse Oscar Wilde, abbiamo "un'insaziabile curiosità di conoscere tutto, tranne ciò che vale la pena conoscere".
Tema molto interessante, che ne raggruppa altri in seno: la professione del web giornalista (e le relative modifiche che toccheranno l'Ordine, prima o poi, volente o nolente), la qualità e quantità delle informazioni, un ritorno "alle origini" se così si può dire...
RispondiEliminaConosco vari siti che creano articoli su argomenti e notizie smangiucchiate ovunque, zero controllo fonti, zero professionalità vera. E' molto interessante come il mondo delle notizie si stia evolvendo e involvendo.
Carolina, sei sempre la benvenuta (i fiori di lillà mi piacciono sempre di più). :-)
RispondiEliminaHai ragione, si tratta di un tema di grande interesse che però viene "trattato bene" dai media, compresi quelli social, solo se è collegato a disastri reali (Fukushima) o potenziali (global warming).
A mio avviso, abbiamo un'occasione importante: le rinnovabili non possono non interessare (tutti abbiamo bisogno di energia e di un pianeta dove utilizzarla), sono un argomento relativamente nuovo e c'è bisogno di cultura su questo tema. E di un nuovo modo di fare informazione e giornalismo.
Hai perfettamente ragione: c'è evoluzione e involuzione, allo stesso tempo. Stiamo a vedere come va. Grazie ancora per il commento!