giovedì 22 settembre 2011

Fare luce sulle rinnovabili: meno filosofia, più informazione

L'era digitale ci offre talmente tante informazioni che spesso conosciamo più il superfluo dell'utile. Viviamo in un periodo in cui la produzione di dati e contenuti è elevatissima, vista la facilità con cui si possono creare e distribuire, ma dove ci lamentiamo sempre per la scarsa qualità degli stessi dati e contenuti. Si tratta di un dato di fatto, di cui ho già parlato in passato. Una produzione informativa imponente che si accompagna a una qualità media molto bassa. Ci arrivano un sacco di input ma pochi sono quelli realmente importanti. Il giornalismo del futuro avrà proprio questo compito, una sorta di ritorno al passato: invece di aspettare che siano le notizie ad arrivare nelle redazioni, saranno i giornalisti stessi a cercarle, selezionando le fonti e il peso delle notizie (il Wall Street Journal prova a mettere le notizie su Facebook, intanto). Perché noi cittadini sui nostri smartphone evoluti ma pur sempre piccolini cercheremo qualità in modo semplice e veloce (ne avevo già parlato qui).

Un esempio lampante di questa abbondanza di informazioni di scarsa qualità è il settore delle energie rinnovabili. Se ne parla tantissimo, si leggono notizie ovunque, in realtà il singolo cittadino ne sa molto poco. Qualche esempio:
  • Qual'è l'energia rinnovabile che contribuisce maggiormente alla produzione di energia elettrica? Non è il solare fotovoltaico né l'eolico ma, e di gran lunga, le centrali idroelettriche (16% sul 22,8% complessivo di produzione di elettricità "pulita"). Quanti articoli avete letto in merito?
  • Sapete la differenza tra pannelli solari termici e pannelli solari fotovoltaici? Niente di complicato, i primi producono acqua calda, i secondi elettricità. Qualcuno ve lo aveva mai detto?
  • Sapreste spiegare in modo semplice come le biomasse, ossia gli scarti vegetali e animali della produzione, possano creare biogas ed energia elettrica? Se sì, siete in pochissimi.  
  • Sapete che le quasi sconosciute bioenergie contribuiscono alla produzione di elettricità in Italia tanto quanto le famose pale eoliche (ognuna con il 2,7% della produzione totale)? Sono sicuro che pensavate diversamente.
  • L'incentivazione verso il fotovoltaico produce un aumento delle bollette? Sono sicuro che l'avete letto spesso, provate invece a valutare quanto dicono qui, anche solo per riflettere.
Si tratta di temi importanti, che hanno direttamente a che fare con il modo in cui produrremo energia tutelando l'ambiente e il pianeta dove viviamo. Dovrebbero essere informazioni di uso comune, invece si legge molta filosofia (specialmente dopo il disastro di Fukushima) e poche informazioni utili. Le aziende stesse che sono attive nel settore delle energie rinnovabili non sono esenti da colpe. Veicolano informazioni poco omogenee, troppo tecniche o troppo generiche, con mezzi poco adeguati agli standard di comunicazione di oggi.

Sto ultimando una ricerca sulla presenza online delle società che operano nel settore delle energie pulite. Il tutto fatto con Excel e tanto tempo extralavorativo. Volete avere qualche dato? Quella del 2010 la trovate qui. Si preannuncia qualche sorpresa, in un anno cambiano molte cose. Il dato che rimane immutato è che non c'è grande interesse a fare un certo tipo di comunicazione formativa in tema ambientale. In Italia abbiamo bisogno di cultura su questi temi perché abbiamo un patrimonio di sole, vento, acqua e biomasse enorme, tutto da sfruttare. E dobbiamo esserne consapevoli. Qualcuno nei media tradizionali ci prova pure (vedi qui, 24 visualizzazioni), con risultati non troppo esaltanti. Come disse Oscar Wilde, abbiamo "un'insaziabile curiosità di conoscere tutto, tranne ciò che vale la pena conoscere".

2 commenti:

  1. Tema molto interessante, che ne raggruppa altri in seno: la professione del web giornalista (e le relative modifiche che toccheranno l'Ordine, prima o poi, volente o nolente), la qualità e quantità delle informazioni, un ritorno "alle origini" se così si può dire...
    Conosco vari siti che creano articoli su argomenti e notizie smangiucchiate ovunque, zero controllo fonti, zero professionalità vera. E' molto interessante come il mondo delle notizie si stia evolvendo e involvendo.

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  2. Carolina, sei sempre la benvenuta (i fiori di lillà mi piacciono sempre di più). :-)

    Hai ragione, si tratta di un tema di grande interesse che però viene "trattato bene" dai media, compresi quelli social, solo se è collegato a disastri reali (Fukushima) o potenziali (global warming).

    A mio avviso, abbiamo un'occasione importante: le rinnovabili non possono non interessare (tutti abbiamo bisogno di energia e di un pianeta dove utilizzarla), sono un argomento relativamente nuovo e c'è bisogno di cultura su questo tema. E di un nuovo modo di fare informazione e giornalismo.

    Hai perfettamente ragione: c'è evoluzione e involuzione, allo stesso tempo. Stiamo a vedere come va. Grazie ancora per il commento!

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