Le farfalle sulla RAI, prima di Sanremo 2012 |
Le analisi filosofico-sociali non sono il mio campo, a me è sempre importato l'aspetto relativo alla comunicazione aziendale. Ho sempre detto ai miei clienti che i Social Network non sono una necessità assoluta ("fish where the fishes are" dicono gli anglosassoni) e che, se si decide di utilizzare questi canali, si deve essere pronti da più punti di vista. Ma non fanno miracoli, mai. Per scrivere un capitolo del libro (ne saprete qualcosa di più a breve), sono andato a leggermi tutte le recensioni fatte qualche anno fa dai media, tradizionali e non, per l'avvento di Second Life. Ve li ricordate? L'entusiasmo era alle stelle e le multinazionali che avevano deciso investimenti cospicui. Poi, come sappiamo, si rivelò un fallimento, con migliaia di negozi e isole virtuali deserte e decadenti. Forse avevamo sopravvalutato tutti la cosa: per alcuni era stata un'ottima lezione, per tanti altri no.
Per mesi ho visto analisi e recensioni che sottolineavano la morte dei media tradizionali in un futuro prossimo, soppiantati dai Social Media: più veloci, più coinvolgenti, più personali. La tendenza mi sembra molto meno decisa e ineluttabile. I mass media si stanno trasformando, forse troppo lentamente, per venire incontro alle esigenze degli utenti e non stanno ottenendo risultati drammatici, tutt'altro. Un esempio, proprio legato indirettamente a Sanremo, è quello della Rai, che ha raggiunto risultati notevoli sul Web. Per questo, mi sembra utile ribadire che, come avevo già scritto per il giornalismo, stiamo vivendo un periodo di transizione di cui è difficile delineare gli scenari prossimi futuri. Di sicuro, i media tradizionali non moriranno così facilmente. E se ottengono questi risultati in termini di visibilità sui Social Network, forse anche a noi non dispiace così tanto. Neanche a chi, come me, non ha visto un minuto di Sanremo ma mica me ne vanto: ad ognuno il suo circo nazionalpopolare, senza vergogna.
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